giovedì, novembre 02, 2006

er ponte sullo stretto 2

Quotidianamente e schifosamente, un odore di carogna si spande nell’aria della nostra splendida regione. Purtroppamente non è una discarica abusiva, non è una tipica fogna a cielo aperto, non è un pittoresco cassonetto in fiamme. Infattamente, si tratta del fiato di De Santis e della sua calunnia ingiuriosa. Questo ominide, che da qui in avanti per mia comodità chiameremo “lo stronzo”, ha fatto chiacchiera maligna su di me che sono uno tra i principali sostenitori del ponte sullo Stretto. Qualunquemente, caro stronzo, io non sono mai “uno tra”...io sono Cetto La Qualunque, e prima di pronunciare il mio nome, pentiti dei tuoi peccati e lavati la bocca con la varechina. Caro De santis e annesso branco di incoscienti che lo avete votato, specificatamente io non ero d’accordo all’inizio su questo ponte: l’idea di siciliani che vanno e vengono indisturbati dalla mia regione mi fa anche piuttostamente incazzare. Dicono per di più che potrebbe inibire il passaggio dei delfini e dei capodogli nello Stretto, e secondo te io cosa vado a pescare ogni domenica? Poi però ci ho ripensato, perché mi è venuta in mente la maratona di New York. A quel punto mi sono detto: potrei organizzare la prima maratona d’u pilu del regno borbonico. Ho preso carta e penna e ho fatto due conti. Ho calcolato che con sei corsie e tre chilometri di lunghezza, il ponte può consentire il passaggio di una mandria di pilu di settantamila esemplari in meno di ventisei minuti. Un record! Francamente e spessatamente, a me dei tir e dei treni non me importa una mazza, ma sul transito di pilu voglio poter dire la mia. Fattivamente e subitamente, ho visto i disegni del ponte e devo dire che proprio non ci siamo. Due pilastri soli per quel ponte non possono bastare. Forse per la auto e le merci, ma p’o pilu no, ci vuole ben altro. ‘U pilu ha bisogno di molta più resistenza ed elasticità. Allora ho chiesto a un mio amico d’infanzia, il geometra Pisanelli, di rifare il disegno, ed eccoci qua. Un pilastro di cemento armato ogni ventotto centimetri. Non cade neanche se ci organizzi sopra un un congresso di iettatori professionisti come De Santis. Ora, caro stronzo, non è vero che l’impatto ambientale sarebbe devastante. Se guardi bene, i pilastri sono tutti abbelliti con dei capitelli slanciati a forma di fico d’India e dei bassorilievi istoriati che narrano le gesta eroiche della mia infanzia. Direi che decisamente sia un abbellimento dello Stretto. In più, se mi accettano la corsia di peluche (color fulvo nature), vedrai che colpo d’occhio. L’unico impatto ambientale negativo avviene ogni volta che tu apri bocca. Da quando ti sei messo a fare comizi le cicogne non nidificano più, l’aria è diventata così irrespirabile che le rondini hanno tutte la bronchite. Aggiuntamene, cari amici, dovete sapere che De Santis ha anche avuto il coraggio di dire che il ponte rappresenterebbe una opportunità in più regalata alla maffia per i suoi traffici. Questa della maffia è una fissazione. Questo infamone, invece di sognare pilu a cascata, sogna maffia tutte le notti. Se de Santis vede un cantiere di operosi pionieri che lavorano di notte nonostante la mancanza di licenza edilizia, dice che è maffia. Se vede trenta ragazze di colore che si guadagnano onestamente il pane all’angolo di una strada, dice che è maffia. Se vede un bosco incendiato, dice che è maffia. Se gli fa male alla pancia, dice che è maffia. Tu confondi la maffia con il progresso, de Santis. Se a tia ‘u progresso non ti piaci, gentilmente, sunnu cazzi tòi! Noi non ci faremo intimidire. Su pilastri di pilu e tiranti di pilu costruiremo un ponte di pilu! Con corsie di pilu e binari di pilu. Carreggiate di pilu. Guardrail di pilu. Panchine di pilu per ammirare un mare di pilu. Distributori di pilu e caselli di pilu. Una scia luminosa di pilu e prosperità che unirà i continenti. Votatemi, sempremente e qualunquemente, e ci saranno TRE CHILOMETRI DI PILU!

1 Comments:

At 3:31 PM, Blogger lafolle said...

pelati rulz!

 

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